Chi di voi non ha visto, anche se per un attimo, Màkari, la nuova fiction Rai ambientata in Sicilia? Senza entrare nel merito della sceneggiatura, vorremmo soffermarci sull’enorme cassa di risonanza (TURISTICA!) che sta avendo il territorio in cui sono state girate le scene. Màkari è l’esempio lampante di quanto il cinema sia determinante per la promozione turistica.
La Trapani Film Commission ha finanziato la realizzazione della fiction con 40.000 euro. Palomar, la casa di produzione a capo del progetto, ha investito oltre cinque milioni di cui 900.000 spesi sul territorio della provincia di Trapani. Dunque soldi investiti bene per la Film Commission: ogni singolo euro riconosciuto è stato in grado di generare una spesa sul territorio pari a 22 euro, con un effetto moltiplicatore della spesa pubblica molto importante.
E non finisce qui. La pubblicità scaturita dalla messa in onda delle prime due puntate è stata a dir poco dirompente. Basta googlare “Makari” per avere una lista infinita di articoli e servizi dedicati alle location in cui il film è stato girato. E basta poco per innamorarsi di quei posti e magari di sceglierli per le prossime vacanze estive.
In tal senso l’Abruzzo può solo crescere. Esiste una Film Commission abruzzese? Sì, esiste. Istituita con Legge Regionale 3-11-1999 n. 98 l’organismo, i cui fondi sono stanziati anno per anno con apposita delibera di giunta, ha nel suo scopo quello di favorire e promuovere produzioni cinematografiche sul territorio abruzzese. Per il 2021 sono stati stanziati 150.000 euro (leggi la determinazione dirigenziale): “Contributi per le attività cinematografiche Audiovisive e Multimediali LR 3.11.99 n. 98.
E’ chiaro che 150.000 euro potrebbero rappresentare una cifra importante, ma sarà decisivo valutare la capacità degli abruzzesi (pubblici e privati) di proporre alle case di produzione le location più adatte, anche in termini di offerta di servizi e posti letto per la troupe, spesso composta da decine di persone. Non è da sottovalutare nemmeno l’esigua distanza da Roma, che permetterebbe a tecnici e operatori di potersi muovere con più semplicità dai set alle basi operative delle case cinematografiche, tutte concentrate nella capitale.
Sarebbe opportuno, questa è la speranza, che in primis la Regione Abruzzo facesse da ponte con i produttori, organizzasse concorsi per la produzione di sceneggiature ambientate nei nostri borghi (in foto uno scorcio di Città Sant’Angelo), corsi di regia e di direzione della fotografia. Sarebbero tutte attività dirette a far crescere il settore cinematografico in una regione che di location suggestive ne è piena zeppa.
Non sarebbe poi un’eresia immaginare la FilmMauro, la casa cinematografica che fa capo ad Aurelio De Laurentis (ormai di casa a Castel di Sangro nei ritiri estivi del Napolo Calcio), scegliere la nostra regione per ambientare il prossimo cinepanettone: magari si potrebbe intitolare “Natale in Abruzzo“….
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