Senza antibiotici, senza olio di palma, senza grassi aggiunti…. Non sarebbe preferibile, sempre a maggior tutela del consumatore, che le etichette dei prodotti alimentari ponessero in risalto non l’assenza di sostanze nocive (o comunque “border line” per la salute umana e per l’ambiente) ma la loro presenza?
Mi spiego meglio. Gli ultimi dati dell’Osservatorio di GS1 Italy parlano del boom delle vendite relative ad alimenti (in particolare carne) prodotti senza l’utilizzo di antibiotici. Tutto bene, direi.
Ma il dubbio resta: non c’è il rischio che porre in risalto l’assenza di antibiotici possa far passare per esclusivi e costosi questi prodotti e per normali tutti gli altri? Come dire, se vuoi farti del bene mangia questo pollo senza antibiotici, ma se non vuoi farti del bene puoi continuare tranquillamente a consumare polli pompati di farmaci (e farti del male!!!???)
A nostro avviso per una maggiore trasparenza in etichetta sarebbe preferibile leggere: “prodotto con antibiotici”, così da essere certi che tutto il resto sia stato prodotto senza antibiotici. E il consumatore avrebbe maggiore facilità nel comprendere che un prodotto è stato ottenuto con l’utilizzo di olio di palma, grassi aggiunti, antibiotici, fitofarmaci, diserbanti, ecc. prendendo poi la propria decisione di acquisto.
Lo stesso vale per il biologico. Perché sono le aziende bio che devono differenziarsi dal resto, scrivendo in etichetta BIOLOGICO? Non dovrebbe essere la normalità il biologico e l’anormalità l’utilizzo di sostanze cancerogene o tossiche in agricoltura o negli allevamenti, con tutte le conseguenze negative su salute e ambiente? E’ necessario ribaltare questi concetti. Presto. Anzi, prestissimo!