Passeggiando nella nostra campagna abbiamo incontrato il Pervinca Maggiore, un fiore che evoca l’amore eterno sia nella simbologia pagana che in quella cristiana. Amore eterno, già, perché la Vinca Major comunica a chi la riceve in dono, la promessa di mantenerne intatto il suo ricordo, nella vita e nella morte, per sempre.
A parte l’intimo significato insito in ogni fiore, ciò che colpisce osservandolo attentamente è l’evidente richiamo al numero 5, espresso nei 5 petali color lilla e nel pentagono centrale. Armonia dei numeri e delle forme, che non sfugge all’osservatore, già inebriato dall’intenso profumo simile alla violetta.
Il penta si ripete dunque, ma quali significati gli sono stati attribuiti nelle arti, nella musica, nella biologia e fino all’alchimia e all’esoterismo?
Il pentagono, infatti, presenta delle proporzioni molto particolari che hanno solleticato l’immaginazione di filosofi, artisti e scienziati. A cominciare dalla sezione aurea, la divisione di un segmento in due parti in modo tale da ottenerne una porzione che sia media proporzionale tra l’intero segmento e la parte restante. La definizione di rapporto aureo è ricondotta allo studio del pentagono regolare e della stella a cinque punte, chiamata anche pentagramma, in esso inscritta (che, non a caso, era il simbolo di riconoscimento dei pitagorici, i discepoli di Pitagora, coloro che definirono la sezione aurea nel VI sec. a.C.).
Tale geometria si ritrova in natura in tante espressioni: basti pensare alla stella marina o al riccio di mare e a tanti fiori e piante.
Ma il pentagono, e in particolare la stella in esso contenuta, ha la straordinaria caratteristica di richiamare la forma del corpo umano. Questa proprietà non è sfuggita agli intellettuali del XV e XVI secolo, che ne hanno fatto diverse rappresentazioni grafiche dai significati occulti.
In effetti il pentagramma, con le sue cinque punte, ricorda proprio la disposizione della testa e dei quattro arti distesi.
Osserviamo il cinque dunque: il fascino della scoperta è sempre dietro l’angolo.